ANDIS non può non partire da una riflessione sui gravi effetti che la pandemia ha determinato nell’intero pianeta in termini sociali, economici e psicologici, ma anche dal diffuso sentimento di disagio e affaticamento vissuto dai dirigenti scolastici con un aumento esponenziale di aggravi e incombenze sempre più pressanti per le scuole, le segreterie, gli stessi colleghi.
Già prima della crisi pandemica le indagini nazionali e internazionali sui sistemi educativi segnalavano un quadro dei risultati di apprendi- mento della scuola italiana vistosamente disomogeneo, con interi ter- ritori caratterizzati da sensibili ritardi rispetto agli obiettivi educativi indicati dall’Ue. il perdurare della pandemia ha fatto esplodere tutte le contraddizioni esistenti e ha evidenziato le disuguaglianze e i divari infrastrutturali, sociali e di genere esistenti nel Paese, squilibri che si ripercuotono in modo drammatico sui risultati dell’azione educativa.
I finanziamenti più consistenti dei 32 miliardi del PNRR destinati alla scuola riguardano l’edilizia scolastica e le attrezzature tecnologiche, ma sarà fondamentale utilizzare tutte le risorse avendo come sfondo il cambiamento da attuare, senza che gli aspetti amministrativo-gestionali impattino in maniera negativa su tutta l’operazione, pena un fallimento delle numerose linee di investimento, ponendo in primo piano l’efficacia della spesa sulla formazione degli studenti.
Le risorse europee dovranno servire a rendere il sistema educativo più equo e inclusivo, partendo dall’incremento dei nidi e dei servizi per l’infanzia, base per ridurre le disuguaglianze che sono sotto gli occhi di tutti nei successivi ordini di scuola, dove non dovranno essere sprecati con metodologie obsolete i fondi stanziati, giungendo finalmente a realizzare quell’autonomia delle scuole, quella flessibilità organizzativa e temporale in grado di rispondere alle reali esigenze di personalizzazione degli studenti.
Il DS, allora dovrà orientare una comunità che protegge la persona e le offre opportunità di crescita, che progetta e riflette, che si confronta e si apre, che riacquisisce il ruolo di luogo della partecipazione di tutte le sue componenti, che si rilancia come nodo strategico di comunità educanti che condividono una responsabilità educativa diffusa sul territorio (ds garante, come esplicitato nel Codice etico dell’associazione).
Certo queste sono alcune delle urgenze che dovranno affrontare le scuole da qui al 2025, ma ANDIS, come ben esplicitato nel suo ulti-mo Congresso, continuerà a:
– presidiare il Piano straordinario di edilizia scolastica e vigilare per un sistema più equo e meno sperequato in tutto il Paese, non dimenticando che molti dei circa 40.000 edifici scolastici abbisognano di interventi urgenti per garantire almeno la sicurezza dei suoi abi-tanti;
– sostenere al suo interno un osservatorio permanente sulle povertà educative e l’inclusione, luogo di confronto e di scambio di buone pratiche, per combattere abbandono e dispersione scolastica;
– porre attenzione al sistema integrato 0-6 anni promuovendo quanto nato dal d. Lgs. 65/2017 per dar voce ai piccoli, ai bambini e alle bambine, ovvero le linee pedagogiche per ilsistema integrato 0-6 e i primi orientamenti per i servizi educativi per l’infanzia, accanto ai necessari interventi strutturali;
– operare perché le scuole investano nella costruzione di un curricolo sostenibile e digitale, essenziale e contestualizzato, ma pienamente rispondente ai goal dell’agenda 2030, attento ai percorsi scientifici, matematici, multilinguistici. il ruolo della scuola va oggi declinato con una particolare attenzione alle sfide del presente e del futuro, a cominciare dalla questione della sostenibilità nelle sue molteplici sfaccettature.
Il cambiamento climatico ci pone tutti davanti a un’evidenza non più ignorabile e ci è richiesto un tempo veloce per rispondere;
– sostenere il rilancio dell’istruzione Professionale riconoscendo la piena dignità, valorizzando le scelte dei ragazzi/e, offrendo loro ambienti di apprendimento motivanti;
– porre attenzione alle riforme avviate: riforma degli istituti tecnici e professionali, del sistema degli ITS, dell’orientamento, in particolare perché i decreti attuativi vengano emanati in tempo utile e sostenibile;
n ripensare al rapporto scuola/lavoro: i tragici fatti dell’inverno, le proteste studentesche ci portano a riflettere su una nuova qualità dei saperi e delle competenze necessarie, che non possono basarsi su rigide separazioni tra discipline e soft/character skills, declinando PCTo rinvigoriti da un profondo ripensamento della didattica;
n investire sulla valutazione formativa che accompagna il processo di apprendimento intrecciandosi con l’insegnamento, che non si ferma alla misurazione, che comprende autovalutazione e sviluppo metacognitivo, che considera l’apprendimento un processo incrementale;
n promuovere l’autonomia scolastica, che pone con urgenza i temi della governance, delle risorse certe da investire con compiti precipui per lo Stato e per le istituzioni Scolastiche autonome, dei patti educativi di comunità per una reale interlocuzione con il territorio, con un occhio al tema del dimensionamento, che avrà un impatto importante nei prossimi anni sulle dirigenze, in particolare nei territori che non hanno iniziato questo percorso;
n sostenere in ogni modo la formazione iniziale e in servizio degli insegnanti, da sempre una priorità strategica per il sistema formativo e per ANDIS: dall’educazione e formazione dei bambini e dei giovani dipende lo sviluppo culturale, economico e democratico del nostro Paese.
Non può essere trascurato il fatto che la formazione più generativa è quella ancorata alla ricerca di base, ai percorsi di ricerca-azione, a una progettazione delle scuole che possono avvalersi della collaborazione dell’associazionismo professionale e dell’Università.
Non dovremo dimenticare che anche il reclutamento e la formazione del personale ATA dovranno essere priorità strategiche;
n fortemente legato ai temi dell’autonomia e della formazione, rilanciare la professionalità docente, valorizzando lo sviluppo professionale e i diversi livelli di esperienza e competenze. Pensiamo ad esempio all’istituzione di un middle management con figure di staff stabili e incardinate nell’assetto organizzativo della scuola, non semplicemente legato all’esito positivo di un percorso formativo.
“Aiutiamo il cambiamento, interpretiamo l’innovazione”.
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Presidente nazionale A.N.DI.S.