Contributo ANDIS alla VII Commissione Camera dei Deputati su A.C. 1691

A.C. 1691 “Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale “

On. Presidente, On.li Commissari
l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (A.N.DI.S.) ringrazia per essere stata consultata sul disegno di legge sopra richiamato, relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.
Recenti indagini hanno rilevato un dato preoccupante costituito dalla carenza di figure specializzate per coprire le esigenze delle imprese a causa di candidati non formati oppure con una formazione non adeguata. La scuola, in questo momento, appare distante, in termini di competenze e in termini di formazione, rispetto a quello che il mondo del lavoro richiede con insistenza sempre maggiore.
L’ANDIS riscontra positivamente che il ddl A.C.1691 sull’ istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale ha l’obiettivo di incrementare l’efficacia della riforma degli istituti tecnici e professionali, prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e attuata dagli articoli 26, 27 e 28 del decreto-legge n. 144 del 2022, in tal modo contribuendo al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione, di importanza strategica anche nella visione globalizzata dei processi di apprendimento, come ulteriormente specificato nel DM 241/2023 “ Linee guida per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione della filiera tecnico-professionale”.
La filiera deve permettere la necessaria interconnessione tra l’offerta formativa e il sistema delle imprese, mediante la ridefinizione e l’ampliamento dei contenuti dell’offerta formativa, in modo tale che essi contribuiscano costantemente alle competenze, alle esigenze economico sociali e soprattutto alle caratteristiche dei territori. Questa revisione dei contenuti è indispensabile per consentire ai giovani di accedere a una preparazione più qualificata, più formata, anche sotto un profilo tecnico e pratico.
L’ANDIS, tuttavia, rileva che il disegno di legge in esame si prefigura come un ennesimo provvedimento non organico, caratterizzato dall’urgenza piuttosto che da una visione di medio/lungo periodo che coinvolga l’intero ordinamento della scuola secondaria di 2° grado.
Dall’analisi dell’art. 1 la sperimentazione della filiera si orienta verso una territorializzazione spinta, con una frammentazione degli indirizzi legati alle esigenze del territorio di appartenenza, a discapito della mobilità lavorativa su tutto il territorio nazionale.
Tale focalizzazione del curriculum verso l’inserimento degli studenti in attività produttive sul territorio si realizza, inoltre a spese di competenze trasversali e trasferibili (capacità di comunicazione orale e scritta, capacità di ascolto, capacità di analisi dei dati, pensiero creativo e critico), che possono essere utilizzate indipendentemente dal lavoro, supportando gli studenti a cambiare occupazione in un momento in cui la flessibilità caratterizza così tanto il mondo lavorativo.

Si rileva che la contrazione dei tempi di studio in quattro anni suscita perplessità in quanto portatrice di
rischi, tra i quali quello che percorsi così abbreviati e impoveriti producano l’effetto di una complessiva
percezione di inutilità dello studio, di uno svilimento del tempo passato a scuola e della complessiva perdita
di senso dell’istruzione in luogo di un precoce accesso al lavoro.
Peraltro, la stessa cultura del lavoro è uno strumento importante per fare scuola ma potrebbe avere effetti
opposti qualora ridotta a singole esperienze proposte precocemente ad allievi che ancora non hanno
sviluppato competenze di base e non possiedono un’adeguata consapevolezza dei propri interessi e
attitudini.
Particolarmente significativo, in tal senso il c. 6, lett. e) dell’art. 1 in cui non si può non notare come la parola
“addestramento” stoni con una scuola che insegna e forma.
Non appaia imprudente supporre che una forte caratterizzazione ed una elevata specializzazione potrebbero
essere dei boomerang; preparare specificamente uno studente ad una professione, a parere di alcuni,
potrebbe rappresentare un pericolo, qualora detta professione fosse sostituita da una tecnologia o da una
procedura dell’intelligenza artificiale.
Occorre considerare, inoltre, che tale sperimentazione toglie valore all’istruzione professionale, appena
uscita da una riforma; avrebbe avuto più senso inserire filiere di ordinamento dentro l’istruzione tecnica e
professionale, rilanciando gli ITS Academy, già oggetto di riforma nei Decreti attuativi della Legge 99/2022,
per rispondere con immediatezza alle necessità del mondo del lavoro.
Si osserva, infine, che le strutture di supporto e monitoraggio previste negli art. 2 e 3, potranno essere utili
per sostenere le scuole autonome e tutti i soggetti interessati purché non diventino un ulteriore orpello
burocratico.
Nella speranza di essere riusciti a dare un contributo tecnico e disinteressato al dibattito, rinnoviamo la
disponibilità ad essere auditi in qualsiasi forma e modalità sulle questioni che riguardano il sistema nazionale
di istruzione e formazione ed inviamo i più distinti saluti.


Roma, 14 marzo 2024

Il Presidente nazionale
Paola Bortoletto

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