di Bruno Lorenzo Castrovinci
La formazione professionale del personale scolastico è da sempre un tema cruciale, sia all’interno delle singole istituzioni scolastiche sia attraverso azioni promosse e finanziate dal governo centrale. Queste azioni, erogate dalle scuole polo d’ambito o appartenenti a reti di scopo di dimensione anche nazionale, sono state numerose e intense. Ore ed ore di formazione sono state erogate, accompagnate da ingenti investimenti. Tuttavia, nonostante questi sforzi, l’impatto sul successo formativo degli studenti risulta minimo, con la scuola italiana che continua a posizionarsi poco brillantemente nelle rilevazioni internazionali OCSE e IEA.
È quindi imprescindibile una riflessione per comprendere perché le azioni poste in essere per dotare il personale di nuove competenze non si traducano in un miglioramento delle pratiche quotidiane di insegnamento o nei processi gestionali e amministrativi. Quest’ultimo ambito, pur avendo visto progressi grazie alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, richiede ancora un aggiornamento costante per poter lavorare efficacemente con le nuove interfacce online.
La formazione, sebbene materia contrattualizzata, non è mai stata resa un obbligo stringente come avviene per altre professioni che hanno implementato un sistema di crediti gestito da piattaforme dedicate e funzionanti. Nel contesto scolastico, il personale riconosce l’obbligo a formarsi per contratto, ma mancano criteri chiari per quantificare quante ore di formazione siano necessarie annualmente e, soprattutto, su quali materie focalizzarsi.
Anche se la formazione fosse resa obbligatoria con un numero prestabilito di ore, una parte del personale, legata a metodi trasmissivi della conoscenza, potrebbe ritenere inutile questo obbligo, partecipando passivamente a corsi senza acquisire nuove competenze. La formazione sui contenuti epistemologici delle singole discipline, ad eccezione di quella linguistica, viene raramente erogata dagli enti di formazione accreditati. Le conoscenze acquisite dal personale docente restano spesso quelle risalenti ai percorsi accademici, ai corsi di specializzazione, e allo studio autodidattico per la preparazione ai concorsi.
Recentemente, la formazione si è concentrata sui grandi temi della transizione digitale ed ecologica, e in alcuni casi su aspetti didattici legati alla gestione della classe o dei conflitti. Ma cosa non funziona realmente? Ecco un’analisi SWOT dettagliata delle principali tipologie di corsi di formazione del personale scolastico in Italia.
MOOC (Massive Open Online Courses)
I MOOC offrono accessibilità, flessibilità, una vasta gamma di argomenti e costi ridotti. Tuttavia, presentano anche interazione limitata, partecipazione passiva e difficoltà nella verifica dell’apprendimento. Le opportunità includono l’espansione dei contenuti interattivi e l’offerta di certificazioni riconosciute, mentre le minacce comprendono il sovraccarico di offerta e le competenze tecnologiche richieste.
Percorsi Residenziali
Questi percorsi garantiscono interazione diretta, apprendimento immersivo e networking, ma comportano costi elevati, impegno di tempo e limitata flessibilità. Le opportunità risiedono nei finanziamenti dedicati e nelle partnership, mentre le minacce includono la concorrenza di altre modalità e problemi logistici.
Workshop e Seminari
Caratterizzati da un focus specifico, interattività e tempistiche brevi, i workshop e seminari rischiano di trattare gli argomenti superficialmente e di non approfondire sufficientemente le competenze apprese. Le opportunità si trovano nell’integrazione con altri corsi e nel focus su temi attuali, mentre le minacce riguardano la concorrenza e la discontinuità.
Formazione In-House
La formazione in-house è personalizzata, comoda e favorisce il coinvolgimento del team, ma può soffrire di risorse limitate, formatori improvvisati e mancanza di prospettive esterne. Le opportunità includono lo sviluppo di competenze interne e partnership esterne, mentre le minacce riguardano la burocrazia e la resistenza al cambiamento.
Formazione Online Sincrona
Questa modalità offre interattività, flessibilità e tempestività, ma dipende fortemente dalla tecnologia e richiede la disponibilità di seguire lezioni a orari prestabiliti. Le opportunità includono l’utilizzo di tecnologie avanzate e l’ampia raggiungibilità, mentre le minacce comprendono l’isolamento digitale e i problemi tecnici.
Formazione Online Asincrona
La formazione online asincrona è flessibile, permette la revisione continua e offre accessibilità, ma ha interattività limitata e difficoltà a verificare le competenze. Le opportunità risiedono nell’espansione dell’offerta interattiva e nelle certificazioni, mentre le minacce includono la concorrenza di altre modalità e problemi di motivazione.
Autoformazione
L’autoformazione offre flessibilità, personalizzazione, autonomia e accesso a risorse variegate, ma manca di struttura, verifica dell’apprendimento e interazione. Le opportunità includono il supporto alle risorse e programmi di mentorato, mentre le minacce riguardano la motivazione e il sovraccarico di informazioni.
Conclusione
L’analisi SWOT delle diverse tipologie di corsi di formazione per il personale scolastico in Italia evidenzia la necessità di un approccio integrato che combini le varie modalità di apprendimento. Ogni tipo di corso presenta punti di forza e debolezza specifici, nonché opportunità e minacce. Bilanciare questi aspetti è essenziale per sviluppare un sistema formativo efficace e flessibile, capace di rispondere alle esigenze del personale scolastico e migliorare l’efficacia dell’insegnamento.
Per migliorare l’efficacia della formazione del personale scolastico, è fondamentale adottare un approccio integrato che combini diverse tipologie di corsi, adattandoli alle specifiche esigenze e contesti. Un sistema di crediti chiaro, una maggiore enfasi sulla formazione pratica e applicabile, e una valutazione continua dell’efficacia dei corsi potrebbero contribuire a ottenere risultati più tangibili e migliorare il successo formativo degli studenti. A questi si dovrebbe aggiungere l’autoformazione, che rappresenta una componente essenziale e complementare della formazione professionale del personale scolastico. Integrare l’autoformazione con altre modalità di corsi, strutturando percorsi di apprendimento che combinino risorse autonome e guidate, può ampliare le opportunità di sviluppo professionale e migliorare l’efficacia dell’insegnamento. La chiave è trovare un equilibrio tra l’autonomia e il supporto strutturato, garantendo allo stesso tempo una valutazione continua e un feedback costruttivo.
La formazione in Italia usufruisce attualmente di notevoli risorse, basti pensare alla vasta e variegata offerta di percorsi formativi gratuiti messi a disposizione dalle scuole, singolarmente e in rete come scuola polo, e dagli EFT presenti nella piattaforma Futura. A questi si aggiungono i percorsi formativi organizzati dalle singole istituzioni scolastiche in virtù del Decreto Ministeriale n. 66 del 12 aprile 2023. Questi comprendono varie tipologie di percorsi, oltre alla possibilità di costituire comunità di pratica e i percorsi offerti dai programmi Erasmus+, oltre alla vasta offerta di formazione di enti privati accreditati e dall’INDIRE.
Eppure, nonostante queste risorse, mancano ancora azioni a lungo termine a supporto dell’autoformazione, come investimenti nella realizzazione di biblioteche scolastiche specializzate dove il personale possa trovare libri e riviste specializzate. Ma si potrebbe andare oltre, estendendo la carta docente a tutto il personale, compresi i dirigenti e il personale ATA, vincolando una parte delle somme erogate all’acquisto di libri e abbonamenti a riviste o corsi residenziali.
Un momento di riflessione è necessario su questo aspetto: se analizziamo la varietà dell’offerta formativa gratuita, ad eccezione di quella organizzata dalle scuole, tutto il resto prevede l’erogazione a distanza, in modalità sincrona o asincrona, e in alcuni casi con brevi incontri in presenza in modalità Blended. Sebbene questi corsi siano di facile usufruizione, spesso hanno ricadute minori, dato che è difficile valutare le competenze acquisite e accertare la presenza effettiva. Di contro, sono praticamente assenti i percorsi residenziali, nonostante rappresentino la migliore soluzione possibile per la formazione del personale, in quanto, oltre a far acquisire competenze, creano reti e network e consentono ai partecipanti di condividere il tempo libero con autorevoli e appassionati relatori.
Tra i tanti percorsi residenziali, consigliamo quelli organizzati dall’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, dai sindacati, dalle case editrici, o presenti sulla piattaforma Futura, durante le vacanze estive. Anche se non tutti sono a titolo gratuito, consentono ai partecipanti di condividere il tempo libero con autorevoli e appassionati relatori, in oltre questi momenti di relazione e condivisione, rappresentano un’occasione unica per incontrarsi e riscoprire la passione per le professioni legate al mondo della scuola, dal maestro, al dirigente scolastico, ognuno con il suo ruolo, ognuno con la sua vocazione rivolta al successo formativo degli studenti e alla preparazione delle giovani generazioni che rappresentano il nostro futuro.
Solo attraverso questi incontri, immersi in un contesto di ispirazione e apprendimento condiviso, gli insegnanti possono rinnovare lo spirito dell’insegnamento e celebrare l’essenza della scuola, culla di conoscenza e faro di crescita per le future generazioni, riaccendendo in ognuno la fiamma della vocazione educativa, che trasforma ognuno di essi in un artefice di sogni e sapere, per loro eterni custodi della luce del sapere dell’uomo.