di Bruno Lorenzo Castrovinci
Giugno è il mese degli scrutini, delle valutazioni, della rendicontazione: un periodo cruciale per una scuola sempre in fermento, nonostante l’ultimo suono della campanella abbia sancito definitivamente la fine delle lezioni per l’anno scolastico in corso.
Mentre gli studenti, o almeno la maggioranza di essi, si avviano a vivere la loro meritata estate, ognuno con il proprio progetto di vita, con i più fortunati finalmente in vacanza, altri si preparano per un periodo di impegno in attività lavorative estive: dai bagnini sulle spiagge, ai barman, agli aiuti pizzaioli, fino a un impiego nell’azienda di famiglia. Molti studenti viaggeranno fisicamente, approfittando delle numerose attività destinate ai giovani, mentre altri viaggeranno con la mente, attraverso la lettura di un buon libro, o la visione di un film o di una serie TV.
Nelle scuole, invece, i maestri e i professori sono alle prese con il momento degli scrutini di fine anno scolastico, regolati in Italia dal D.lgs. 62 del 2017, una norma attuativa della legge 107/2015 che però è rimasta incompiuta, valida per il primo ciclo di istruzione, con le dovute modifiche per la scuola primaria e per gli esami di stato, affiancata in quest’ultimo caso dall’ordinanza 55 del 22 marzo 2024. Per l’ammissione agli esami di stato, questo decreto stabilisce che essa è possibile anche in presenza di un’insufficienza in una disciplina o in un gruppo di discipline (specificato nel PTOF). Per le classi intermedie rimane in vigore il DPR 122 del 2009.
In tutti gli ordini di scuola, eccetto l’infanzia, le operazioni di scrutinio competono al consiglio di classe, che deve operare senza la presenza di genitori e alunni e deve essere “perfetto”, ovvero con la presenza di tutti i componenti. La prima operazione è la sostituzione degli assenti da parte del dirigente scolastico con insegnanti abilitati all’insegnamento della stessa disciplina o, in assenza di questi, con docenti non abilitati il cui titolo consente l’accesso alla classe di concorso specifica.
I docenti di sostegno partecipano a pieno titolo alle operazioni di scrutinio, così come gli insegnanti tecnopratici, avendo diritto di voto. Possono partecipare allo scrutinio anche i docenti di potenziamento o altre figure impegnate in progetti con gli studenti; essi non hanno diritto di voto, ma possono apportare elementi conoscitivi sull’interesse manifestato e sul profitto conseguito da ciascun alunno.
Ai sensi del Regio Decreto n. 653/1925, ancora vigente, “I voti si assegnano, su proposta dei singoli professori, in base a un giudizio brevemente motivato desunto da un congruo numero di interrogazioni e di esercizi scritti, grafici o pratici fatti in casa o a scuola, corretti e classificati durante il trimestre o durante l’ultimo periodo delle lezioni.” La valutazione proposta farà riferimento ai criteri di valutazione e alle rubriche approvate dal Collegio Docenti e inserite nel PTOF.
Ogni proposta di voto viene quindi portata ai voti del consiglio, che può deliberare accettando la proposta e le motivazioni a corredo, oppure respingendole ed esprimendo una nuova valutazione, migliorativa o peggiorativa per lo studente. In caso di parità nelle operazioni di voto, prevale il voto del presidente (Dirigente Scolastico).
Questo periodo dell’anno scolastico è impegnativo per i docenti e la dirigenza scolastica, poiché questi processi sono centrali nella vita scolastica e richiedono ampia e partecipata discussione per garantire a ogni studente la giusta valutazione del proprio livello di competenza raggiunto in ogni disciplina e nella condotta.
Nella scuola primaria, per prassi, difficilmente si applica la ripetenza agli alunni, cercando di far raggiungere a tutti, anche grazie ai corsi di recupero, un livello di competenza sufficiente per proseguire gli studi gli anni successivi. Nella scuola secondaria di primo e secondo grado si riscontrano le prime ripetenze e, per la scuola secondaria di secondo grado, anche i giudizi sospesi che verranno recuperati alla fine dell’estate con un apposito esame prima dell’inizio delle lezioni.
Quindi, un esito semplice: Promosso, Bocciato o Rimandato, tecnicamente: Ammesso, Non Ammesso, Ammesso con giudizio sospeso nelle seguenti discipline.
Promosso
L’ammissione alla classe successiva o agli esami di fine ciclo, ai sensi del D.lgs. 62/2017 e del DPR 122/2009, avviene quando il consiglio di classe delibera la sufficienza in tutte le discipline, salvo i casi particolari per l’ammissione agli esami di stato. La promozione rappresenta l’obiettivo di ogni studente e di ogni corpo docente, in quanto l’istituzione scolastica è impegnata tutto l’anno per far raggiungere agli studenti il successo formativo. La mancata ammissione rappresenta quindi un insuccesso per tutti, poiché i docenti si rendono conto che qualcosa è andato storto nel percorso didattico fatto insieme agli studenti.
Alcuni docenti, a volte, dimenticano questo aspetto, scaricando la responsabilità solo sugli studenti e dimenticando che il loro ruolo non è certificare le competenze di studenti preparati da altri, ma affiancare gli studenti nel loro cammino verso il successo formativo. Ci sono poi coloro che, presi da un eccessivo buonismo, promuovono studenti senza che abbiano raggiunto i livelli di competenza richiesti. Pur agendo in buona fede, sperando che l’anno successivo vada meglio, in realtà compromettono il percorso futuro dello studente, impedendogli di maturare la serietà richiesta nello studio, necessaria per la maturazione personale indispensabile per accedere a professioni future intellettuali, destinandolo così a un insuccesso certo.
Questi aspetti vengono affrontati nel libro “Il danno scolastico” di Paola Mastrocola, dove si evidenzia l’utilità della ripetenza e del rigore educativo per la vita degli studenti.
Bocciato
Si viene bocciati e si ripete l’anno scolastico nel primo ciclo quando non si raggiunge la sufficienza in tutte le discipline, mentre nel secondo ciclo quando si è in presenza di un numero di insufficienze che supera quelle deliberate dal collegio docenti per le sospensioni di giudizio. La ripetenza scolastica è un tema che suscita dibattiti accesi tra pedagogisti, insegnanti, genitori e studenti. Spesso viene vista come una punizione o un fallimento, ma ci sono anche molti argomenti a favore di questa pratica che meritano attenzione e riflessione.
Uno dei principali vantaggi della ripetenza è la possibilità di colmare le lacune formative. Paola Mastrocola, nel suo libro “Il danno scolastico”, sottolinea come la promozione automatica possa portare a un accumulo di carenze che compromettono l’apprendimento futuro. Ripetere un anno scolastico permette agli studenti di consolidare le proprie conoscenze, sviluppare una maggiore sicurezza nelle proprie capacità e affrontare con più serenità gli argomenti più difficili.
La ripetenza non riguarda solo l’apprendimento scolastico. Spesso, gli studenti che ripetono un anno hanno l’opportunità di maturare dal punto di vista emotivo e sociale. La maggiore età e l’esperienza acquisita possono aiutarli a sviluppare una migliore gestione dello stress e delle relazioni interpersonali. Questo aspetto è cruciale per la formazione di individui equilibrati e capaci di affrontare le sfide della vita.
Ripetere un anno scolastico può offrire un’opportunità per una maggiore personalizzazione dell’apprendimento. Gli insegnanti possono dedicare più tempo e attenzione agli studenti che hanno bisogno di supporto, utilizzando metodologie didattiche più adatte alle loro esigenze. Questa personalizzazione può risultare in un apprendimento più efficace e in una maggiore motivazione da parte degli studenti.
Rimandato
L’ammissione con sospensione di giudizio varia da istituzione scolastica a istituzione scolastica, in virtù dell’autonomia, poiché i criteri vengono deliberati dal Collegio Docenti. In linea di massima, molte scuole ammettono la sospensione di giudizio in sole due discipline, ma ci sono anche Collegi Docenti che hanno deliberato diversamente, ammettendo tre discipline o più. Il criterio adottato dipende ovviamente dalla difficoltà delle discipline da studiare, poiché lo scopo della sospensione di giudizio è consentire allo studente di recuperare le competenze non maturate durante l’anno nel periodo estivo.
Un altro elemento importante è la sospensione del giudizio negli scrutini di settembre o fine agosto in alcune istituzioni scolastiche del secondo ciclo. Questo approccio permette agli studenti di avere un’ulteriore possibilità di recuperare durante l’estate, evitando la bocciatura immediata a giugno. La sospensione del giudizio può ridurre lo stress e l’ansia associati agli esami di fine anno, dando agli studenti il tempo necessario per riprendersi e migliorare le proprie competenze. Questa pratica è sostenuta da molte teorie pedagogiche che evidenziano l’importanza del tempo e della riflessione nel processo di apprendimento.
Le ricerche pedagogiche supportano l’idea che la ripetenza, se gestita correttamente, possa essere benefica. Secondo il modello di apprendimento situato di Jean Lave e Etienne Wenger, l’apprendimento è un processo sociale e contestuale, e la ripetenza può fornire un contesto migliore per alcuni studenti per acquisire competenze. Inoltre, il concetto di “Zone di Sviluppo Prossimale” di Lev Semënovič Vygotskij suggerisce che con il giusto supporto e tempo, gli studenti possono raggiungere livelli di competenza che non sarebbero stati possibili altrimenti.
Conclusioni
Fermo restando che la promozione rimane l’obiettivo da raggiungere insieme allo studente, poiché alimenta l’autostima e la voglia di studiare, questa deve essere meritata realmente dallo studente. Se il traguardo o l’obiettivo sono stati raggiunti senza impegno, perdono di valore e compromettono il successo futuro dello studente. La ripetenza scolastica, spesso vista come una misura punitiva, può in realtà offrire numerosi vantaggi se considerata come un’opportunità di recupero e crescita. Dalla possibilità di colmare le lacune formative alla maturazione emotiva, fino alla personalizzazione dell’apprendimento, i benefici sono molteplici.
Inoltre, la sospensione del giudizio negli scrutini di settembre rappresenta un approccio più umano e pedagogicamente valido, permettendo agli studenti di recuperare in un ambiente meno stressante. Come sottolineato da Paola Mastrocola e dalle teorie pedagogiche, è fondamentale adottare una visione più ampia e comprensiva del percorso educativo degli studenti, riconoscendo che ogni individuo ha tempi e modalità di apprendimento differenti. Adottare una prospettiva che valorizzi la crescita e lo sviluppo continuo, invece di focalizzarsi esclusivamente su risultati immediati, può contribuire a formare individui più consapevoli, resilienti e preparati ad affrontare le sfide future della vita.