Un Viaggio nel Tempo: l’esame di Maturità e le sfide dell’ Istruzione Italiana

di Bruno Lorenzo Castrovinci

L’esame di maturità rappresenta un evento cruciale nella vita degli studenti italiani, segnando il passaggio da un ciclo educativo all’altro e fungendo da ponte tra l’educazione scolastica e il mondo adulto. Questo rito di passaggio ha mantenuto una profonda rilevanza attraverso le varie trasformazioni storiche e sociali del paese. In questo elaborato, esploreremo dettagliatamente l’evoluzione, il significato e le riforme che hanno modellato la struttura e il contenuto dell’esame di maturità nel corso del tempo.
Il significato e la funzione dell’esame di maturità vanno ben oltre una semplice verifica delle competenze acquisite; rappresenta un riconoscimento del percorso educativo intrapreso dagli studenti. È una tappa fondamentale che supera la misurazione delle conoscenze: è un momento di riflessione e sintesi di un intero ciclo di studi. Durante questo esame, gli studenti non mostrano solo le loro capacità accademiche, ma anche la maturità emotiva e la prontezza per affrontare le sfide future. Prima dell’esame di maturità, gli studenti affrontano l’esame del primo ciclo, un’esperienza preparatoria emotivamente e psicologicamente significativa. Questa fase di transizione è cruciale, poiché gli studenti iniziano a comprendere il significato di responsabilità e autonomia, preparandosi per le successive sfide educative, come colloqui, prove ed esami universitari.
L’esame di maturità segna la conclusione di un percorso di cinque anni di scuola superiore, durante i quali gli studenti si evolvono fisicamente, emotivamente e intellettualmente. È un momento di separazione dalla scuola, dai compagni e dai docenti, che sono stati punti di riferimento cruciali durante la crescita. Questo rito di passaggio è anche un momento di valutazione e sintesi, dove l’impegno e la costanza dimostrati negli anni vengono finalmente riconosciuti.
La riforma scolastica del 1923, promossa da Giovanni Gentile, segnò una svolta cruciale nella storia dell’educazione italiana. Influenzato dalla filosofia idealista, Gentile introdusse un sistema educativo elitario, volto a formare una classe dirigente altamente istruita. L’esame di maturità, introdotto con questa riforma, era caratterizzato da una rigorosa selezione basata su un curriculum classico, che includeva materie come latino, greco, filosofia, matematica e storia. La difficoltà e la profondità delle prove riflettevano l’intento di distinguere gli studenti più brillanti, preparandoli per l’accesso alle migliori università italiane.
Nel secondo dopoguerra, l’Italia affrontò la ricostruzione delle sue infrastrutture sociali ed educative. Le riforme degli anni ’60, influenzate dai principi di democratizzazione e inclusività, estese l’esame di maturità a tutti i tipi di scuole secondarie superiori. La riforma del 1969, in particolare, riconobbe l’importanza di diverse forme di istruzione, non solo quella classica, e adeguò le prove d’esame ai vari indirizzi di studio, rendendo l’esame più equo e accessibile a una vasta platea di studenti.
La riforma Berlinguer del 1997 rappresentò un momento di grande trasformazione per il sistema educativo italiano. Luigi Berlinguer, allora Ministro dell’Istruzione, introdusse cambiamenti significativi per modernizzare e rendere più equo l’esame di maturità. La riforma stabilì che l’esame fosse costituito da tre prove scritte e un colloquio orale, con le prime due prove scritte predisposte a livello nazionale e la terza prova multidisciplinare elaborata dalle singole commissioni. Questo tentativo di bilanciare il controllo centrale con una certa flessibilità locale mirava a garantire un livello di standardizzazione nelle valutazioni.
Con l’avvento del nuovo millennio, la digitalizzazione iniziò a influenzare anche il mondo dell’istruzione. L’introduzione delle tecnologie digitali nelle scuole portò a cambiamenti significativi, non solo nel modo in cui si insegnava e si apprendeva, ma anche nelle modalità di svolgimento dell’esame di maturità. La digitalizzazione migliorò la gestione delle prove e la trasparenza nel processo di valutazione, facilitando l’accesso a risorse educative per studenti e insegnanti e migliorando la preparazione degli studenti per l’esame.
Il periodo compreso tra il Decreto del Presidente della Repubblica 122/2009 e il Decreto Legislativo 62/2017, attuativo della riforma “Buona Scuola” promossa dal governo Renzi, rappresentò un’era di cambiamenti significativi per l’esame di maturità. Queste riforme cercarono di rendere il sistema educativo più moderno, inclusivo ed efficace. Il DPR 122/2009, emanato durante il governo Berlusconi, introdusse modifiche sostanziali nella valutazione degli studenti, come l’introduzione del voto in condotta e la necessità di conseguire almeno la sufficienza in tutte le materie per essere ammessi all’esame finale. Questi cambiamenti riflettevano l’importanza attribuita alla formazione del carattere e al rispetto delle regole oltre che alle competenze accademiche.
La riforma “Buona Scuola” introdotta dalla Legge 107/2015 dal governo Renzi mirava a modernizzare il sistema educativo italiano, migliorando la qualità dell’insegnamento e introducendo l’alternanza scuola-lavoro come parte integrante del curriculum scolastico. Gli studenti dovevano completare un certo numero di ore di esperienza lavorativa, che aveva un impatto diretto sulla loro preparazione all’esame di maturità.
Il Decreto Legislativo 62/2017 introdusse ulteriori novità, riducendo il numero delle prove scritte da tre a due e rinnovando il colloquio orale con l’introduzione delle “buste” contenenti materiali di partenza per il colloquio, rendendo questa parte dell’esame più dinamica e meno prevedibile. L’esame attribuiva maggiore importanza al percorso scolastico complessivo degli studenti, valorizzando la costanza e l’impegno dimostrati nel lungo periodo.
La riforma Bussetti del 2019 apportò ulteriori modifiche, semplificando l’esame e rendendolo più aderente alle esigenze degli studenti e del mondo del lavoro. La struttura del colloquio orale fu ridefinita per renderlo meno imprevedibile e più focalizzato sulle competenze reali degli studenti. Il colloquio includeva una riflessione critica sulle esperienze di alternanza scuola-lavoro e la valutazione delle competenze acquisite nelle discipline di Cittadinanza e Costituzione. La seconda prova scritta fu anch’essa modificata, combinando materie diverse all’interno della stessa prova per alcuni indirizzi di studio, riflettendo meglio la complessità e l’interdisciplinarità delle conoscenze richieste nel mondo moderno.
L’emergenza sanitaria globale causata dalla pandemia di COVID-19 ha imposto cambiamenti drastici e improvvisi al sistema educativo. Nel 2020 e nel 2021, l’esame di maturità è stato adattato alle circostanze eccezionali, con la riduzione delle prove a un solo colloquio orale, svolto in presenza ma con misure di sicurezza straordinarie. Questo adattamento ha aperto un dibattito sulla necessità di rendere il sistema di valutazione più flessibile e resiliente di fronte a situazioni di crisi. Ha inoltre evidenziato l’importanza di investire nelle infrastrutture digitali per garantire la continuità didattica e la possibilità di svolgere esami in modalità a distanza, se necessario.
L’esame di maturità in Italia ha attraversato numerose fasi di cambiamento, adattandosi ai mutamenti della società e rispondendo alle diverse esigenze educative. Da strumento di selezione elitario a sistema di valutazione inclusivo, continua a rappresentare un momento cruciale nella vita degli studenti italiani. Le istituzioni devono continuare a innovare e migliorare questo rito di passaggio, garantendo che possa rispondere efficacemente alle sfide di un mondo in continua evoluzione. In definitiva, l’esame di maturità è un rito di passaggio essenziale che aiuta a formare individui responsabili, autonomi e pronti ad affrontare le sfide del futuro.

Precedente Audizione alla VII Commissione Camera dei Deputati: Adozione di linee guida volte a favorire il rispetto delle differenze nel sistema scolastico – risoluzione 7-00203

Inserisci un commento

Social

c/o Liceo Classico Statale “Ennio Quirino Visconti” Piazza del collegio Romano ,4 00186 ROMA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI

c/o Liceo Classico Statale "Ennio Quirino Visconti" Piazza del collegio Romano n. 4 00186 ROMA - P.IVA 02917050649

Portale realizzato da MNS.it di Natale Borriello nell'ambito del progetto CMS-Italia sul Web