Il Consiglio Nazionale si è riunito dal 4 al 6 maggio 2023 presso la sala convegni dell’Hotel “Sabbiadoro” di Battipaglia (SA) per la trattazione del seguente ordine del giorno:
1. Approvazione del verbale della seduta precedente
2. Comunicazioni del Presidente Nazionale
3. La parola ai Dipartimenti
4. Rapporto tra azioni del PNRR e contrasto alla dispersione scolastica
5. Riflessioni sul nostro ventennale Codice Etico, anche in relazione ai recenti fatti di cronaca
6. Dimensionamento e rotazione
7. Autonomia differenziata
8. Elaborazione di documenti/richieste da sottoporre al Governo e al Ministero dell’Istruzione
Ordini del giorno approvati dal Consiglio Nazionale
PNRR e contrasto alla dispersione scolastica
La dispersione scolastica in Italia ha raggiunto valori allarmanti. Negli ultimi 15 anni la condizione dei minori è in costante e preoccupante peggioramento.
Tra gli indicatori del circolo vizioso delle povertà vi è il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione che in Italia, secondo i dati ISTAT 2021, è salito al 12,7% rispetto alla media europea del 9,9% e la percentuale di giovani che non studiano, non lavorano e non sono in percorsi di formazione (NEET) colpisce oltre 2 milioni di ragazzi e ragazze tra i 15-29 anni, un fenomeno che interessa il 23% dei e delle giovani.
Nel 2020, i tassi di NEET femminili hanno superato di 1,3 volte quelli maschili. Le persistenti differenze di genere, anche nel mondo del lavoro, aumentano la vulnerabilità economica delle giovani donne, perpetuando così il ciclo della povertà.
1. Dal DM 170 alle azioni di sistema
Riconoscendo l’importanza dell’investimento dei fondi PNRR, si vogliono sottolineare alcune condizioni strutturali che potrebbero renderli più funzionali al successo formativo. Le proposte dovrebbero essere multilivello, agendo contemporaneamente sulle famiglie, sugli allievi, sui docenti e sui territori con un coinvolgimento di tutti gli attori; pluriennali, per evitare la contingenza di interventi che non dialogano e non interagiscono e quindi di sistema e tempestive (iniziando già dalla scuola dell’infanzia).
Ciò richiede formazione obbligatoria per tutto il personale della scuola, con un focus sulle pratiche valutative dei docenti.
2. Scuola 4.0 e ambienti di apprendimento
Anche per la misura Scuola 4.0 i fondi ricevuti sono consistenti ma il relativo documento, condivisibile in quanto coinvolge molteplici dimensioni, all’atto pratico pare ridurre l’intervento a meri acquisti. Per rendere tale misura funzionale al cambiamento atteso è necessario agire sulle tecnologie con una chiara struttura pedagogica di fondo e con dimestichezza con i vari setting. Il cambiamento degli spazi è utile, ma va accompagnato da previsioni certe di una loro manutenzione in sicurezza. Anche qui la formazione è necessaria e deve coinvolgere i singoli collegi dei docenti al completo per condividere linguaggi e prospettive, sostenendo lo spostamento del paradigma dalla didattica dell’insegnamento alla didattica dell’apprendimento.
3. PNRR ed Orientamento
Si ritiene che l’orientamento debba partire dalla scuola dell’infanzia, educando alle scelte ed incentivando il riconoscimento delle inclinazioni dei bambini e delle bambine. Il segmento 0-6 deve essere parte integrante del sistema scolastico italiano, con l’obbligatorietà estesa e diffusa della scuola dell’infanzia.
Va superato il concetto di orientamento come mero strumento per la scelta degli indirizzi futuri. Sono importanti la messa a sistema dei curricoli verticali e di una didattica orientativa che faccia emergere le attitudini di ciascuno in una dimensione pluridisciplinare, rispettando le potenzialità degli studenti che sta alle scuole far emergere. In questa direzione, c’è bisogno di inserire strutturalmente nelle scuole le figure dello psicologo, a supporto di studenti, famiglie e docenti e del pedagogista, per evitare derive di medicalizzazione dei problemi.
4. La dispersione implicita e le rilevazioni INVALSI
Si ritiene che le rilevazioni INVALSI siano uno strumento fondamentale per intercettare la dispersione implicita (criticità spesso ancor più rilevante di quella esplicita); in questo senso risulta decisiva una formazione che aiuti tutti i componenti della comunità scolastica – dai dirigenti ai docenti, dalle famiglie agli studenti – a leggere e ad interpretare correttamente le evidenze fornite dalle prove e le loro implicazioni
Vicinanza, trasparenza e Codice Etico In merito alle indagini coordinate dalla Procura Europea sull’operato di una dirigente scolastica e di alcuni suoi collaboratori per presunta accusa di corruzione e peculato; considerata la rilevanza mediatica dell’episodio,
il Consiglio nazionale dell’ANDIS esprime agli studenti e alle famiglie la vicinanza in questa vicenda che ha scosso l’opinione pubblica, ma anche la comunità scolastica impegnata a difendere la legalità e la trasparenza;
rimette l’eventuale espressione di colpa alle autorità giudiziarie, nel pieno rispetto del dettato costituzionale;
sostiene che l’esistenza di un’indagine in corso non debba assolutamente comportare un’ingiusta generalizzazione a danno dei dirigenti scolastici, né intaccare in alcun modo i comportamenti professionali agiti nel segno della legalità;
ribadisce con forza che la scuola resta ferma nel suo mandato, come definito negli incarichi conferiti ai dirigenti scolastici dai Direttori degli Uffici Regionali, finalizzati a garantire un servizio scolastico di qualità, aderente ai bisogni degli studenti e capace di promuovere il successo formativo di tutti e di ciascuno;
esprime sostegno e incoraggiamento ai dirigenti scolastici, che ogni giorno adempiono con diligenza e puntualità ai propri compiti, andando ben oltre i meri obblighi burocratici, concretizzando i principi dell’equità di trattamento, dell’inclusione, del buon andamento, della valorizzazione delle risorse, nella consapevolezza della responsabilità di guidare, anche con l’esempio, un’istituzione che, per dettato esplicito della legge, deve formare le giovani generazioni alla cittadinanza responsabile e solidale.
Nell’auspicare la più attenta vigilanza in relazione a possibili fenomeni di corruzione e appropriazione indebita, l’ANDIS intende riaffermare convintamente quanto enunciato al punto 13 del proprio Codice Etico, la cui sottoscrizione costituisce condizione irrinunciabile per l’iscrizione all’Associazione:
“La scuola ha la responsabilità di trasmettere attraverso comportamenti esemplari i principi riferiti all’etica pubblica essenziali per costruire il senso di cittadinanza. Perseguire il bene comune significa contemperare il criterio della convenienza individuale con la costruzione dell’interesse della collettività”.
1. Dimensionamento delle istituzioni scolastiche
Il Consiglio Nazionale Andis, preso in esame l’art. 189 comma 157 quater, quinquies e sexies della legge n. 197 del 19.12.2022,
– ritiene preliminarmente che il dimensionamento delle istituzioni scolastiche non possa prescindere dall’assegnazione di un DS e di un DSGA a ciascuna istituzione scolastica autonoma, coprendo quindi annualmente ogni sede vacante e disponibile;
– apprezza la previsione della triennalità nella definizione del contingente regionale del personale dirigente;
– condivide il superamento del mero parametro numerico per la definizione dell’organico regionale e la previsione di meccanismi che prendono in considerazione specificità territoriali non limitate alla sola considerazione di comuni montani e piccole isole.
A tal proposito auspica che, nelle istituzioni del primo ciclo, sia stabilito un numero massimo di comuni afferenti a una singola istituzione scolastica;
– richiede il coinvolgimento formale (anche attraverso la definizione in apposite leggi regionali) di tutti gli attori coinvolti nel processo di dimensionamento (dirigenti scolastici, comuni, province, città metropolitane) prima della stesura definitiva del piano di dimensionamento;
– auspica, infine, che il risultato eviti eccessive sperequazioni tra istituti in merito ai limiti minimi e massimi previsti (900 e 1000) per garantire una gestione sostenibile ed efficace delle istituzioni scolastiche e consentire una stabilità nel lungo periodo .
2. Rotazione degli incarichi dei dirigenti scolastici:
In merito alla decisione comunicata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito di procedere in tutte le regioni alla rotazione degli incarichi dei Dirigenti Scolastici con periodicità novennale, come misura di prevenzione sollecitata dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Nota ANAC del 9 gennaio 2023),
– esprime fondate perplessità circa l’efficacia della misura ai fini anticorruttivi, considerato che le istituzioni scolastiche, anche a parere della stessa ANAC, sono amministrazioni a ridotto grado di esposizione al rischio corruttivo e che, nelle Linee Guida 2016 per l’applicazione della normativa anticorruzione, l’ANAC ha già individuato le attività a rischio corruttivo presenti nelle scuole e le corrispondenti misure preventive, tra le quali non è ricompresa la periodica rotazione della dirigenza;
– fa rilevare che i Dirigenti Scolastici già utilizzano le misure alternative suggerite da ANAC per non incorrere in situazioni corruttive, come il rafforzamento delle misure di trasparenza, la maggiore compartecipazione del personale alle attività dell’ufficio, la doppia sottoscrizione degli atti, il lavoro in team per favorire la collaborazione e lo scambio professionale;
– ritiene che la rotazione debba essere adeguatamente programmata nel tempo, in modo da non pregiudicare l’efficace svolgimento delle funzioni attribuite ai dirigenti scolastici;
– afferma che il ruolo fondamentale del Dirigente Scolastico è quello di guida di una comunità tesa a realizzare una scuola democratica e inclusiva, ruolo che necessita di tempi e spazi di pensiero adeguati, non forzati anche in questa delicata fase connessa alle responsabilità che ciascun DS ha appena assunto in relazione all’ampia progettualità del PNRR.
– auspica che il principio di rotazione sia collegato alla valutazione del Dirigente scolastico da attivarsi con procedure snelle e incisive che consentano la valorizzazione e il giusto compenso economico dei risultati conseguiti dal DS nel periodo di servizio nell’istituzione scolastica. In tal senso il meccanismo di rotazione non si ridurrebbe a un mero cambio di sedi di servizio, ma valorizzerebbe le esperienze e le competenze del DS nell’assegnazione della sede successiva.
– richiede infine che, nell’applicazione del principio di rotazione, si tengano nella dovuta considerazione situazioni oggettivamente rilevanti della vita personale e professionale del Dirigente Scolastico.
Autonomia Differenziata
Il Consiglio nazionale dell’ANDIS, riunito a Battipaglia (Sa) il 4-5-6 maggio 2023,
Visto il DDL “Calderoli” relativamente al progetto di Autonomia differenziata del sistema scolastico;
Considerato che, a seguito della presentazione del citato DDL, riprendono vigore le proposte di intesa delle Regioni Emilia–Romagna, Lombardia e Veneto;
Considerato, inoltre, che il Friuli – Venezia Giulia ha presentato un ulteriore disegno di legge sulla regionalizzazione del solo Ufficio scolastico regionale;
Richiamato il documento del Direttivo nazionale dell’ANDIS del 6 febbraio 2023 “Autonomia differenziata: un percorso pieno di incognite”;
Considerato che la proposta di legge Costituzionale di iniziativa popolare di modifica degli artt. 116 c 3 e 117 cc 1, 2, 3, promossa dalle OO.SS., ha raggiunto il quorum delle 50.000 firme necessarie per la presentazione al Parlamento;
Preso atto che non sono ancora definiti i criteri per l’attribuzione alle Regioni delle materie delegate, né i relativi meccanismi di finanziamento e le procedure di individuazione dei livelli essenziali di prestazione;
Ritenuto che:
non è corretto avviare le trattative di intesa con le Regioni senza che sia garantito il quadro complessivo dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) che attengono alla scuola; la scuola non è semplicemente un servizio pubblico, ma un vero e proprio organo costituzionale a salvaguardia dei diritti fondamentali del cittadino; l’unitarietà del sistema scolastico nazionale è prevista e garantita dalla Costituzione, fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; ribadisce ad unanimità di voti che il disegno dell’autonomia differenziata, così come emerge dalle proposte di legge del governo, non garantisce la parità dei diritti sociali e civili di ogni cittadino e rischia di pregiudicare la possibilità di fruire di pari opportunità e di uguaglianza di trattamento sull’intero territorio nazionale; si configura un rischio per il mantenimento dell’unitarietà del sistema scolastico che funge da collante per l’identità nazionale; il progetto Calderoli, anche a parere di illustri costituzionalisti, contrasta con i principi di indivisibilità della Repubblica, di uguaglianza dei diritti, di uniformità dei servizi e di supremazia degli interessi nazionali su quelli delle singole Regioni; è evidente la contraddizione tra la gestione prevalentemente nazionale dei finanziamenti europei collegati alla riduzione dei divari territoriali e la spinta autonomistica del citato DDL verso sistemi di differenziazione tipici degli Stati federali che porterà inevitabilmente a cristallizzare e accentuare i divari già esistenti tra le diverse Regioni;
si impegna a tenere alta l’attenzione sull’argomento, coinvolgendo le strutture territoriali dell’Associazione in modo da alimentare il dibattito ed accrescere la consapevolezza delle comunità di riferimento.