AUDIZIONE INFORMALE 7^ Commissione permanente Senato della Repubblica su disegno di legge n. 845

Onorevole Presidente, Onorevoli Commissari,
l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (A.N.DI.S.) da anni sostiene la necessità di affrontare la questione dei bassi risultati degli apprendimenti e della dispersione scolastica investendo su una scuola: – centrata sulla piena competenza di cittadinanza dell’alunno/studente, orientata dai Documenti europei e recepita dalle Indicazioni Nazionali, che sceglie di costruire cultura invece di limitarsi a trasmetterne una versione preconfezionata; – che delinea CURRICOLI attorno ai concetti fondanti delle discipline e a quei concetti trasversali che si configurano quindi come ricorrenti e pervasivi, in cui sia esteso il ricorso alla didattica laboratoriale, con focus sulla interdisciplinarità (si parla ormai di multidisciplinarietà, transdisciplinarietà) e sull’orientamento; – caratterizzata da una DIDATTICA partecipata e orientativa, che in ogni area disciplinare punti alla costruzione di competenze specifiche e trasversali da parte dell’alunno, in cui le pratiche didattiche d’aula dovranno essere sempre rigorose nell’impostazione e flessibili nella attuazione, a seconda del contesto, in modo da accompagnare gli alunni-allievi non solo ad assumere responsabilità rispetto ai propri apprendimenti e alle proprie originali strategie di rielaborazione critica, ma anche ad esprimere dei propri giudizi di auto-valutazione.
L’ANDIS si trova, quindi in accordo con quanto affermato nell’Art.1 in cui si rimarca la promozione allo “sviluppo armonico e integrale della persona, delle sue potenzialità e dei suoi talenti”, attraverso l’acquisizione e il potenziamento di competenze non cognitive trasversali accanto a quelle più strettamente disciplinari, per prevenire abbandoni e povertà educative e si delinea un percorso di adozione di Linee guida fondate da un punto di vista metodologico-didattico e coerenti con i documenti nazionali ed europei.
Le cosiddette “competenze trasversali”, variamente denominate, sono un insieme di capacità relazionali, emotive e comportamentali che influenzano l’efficacia del nostro agire quotidiano.

Esse rientrano in tutte le principali tipologie di competenze, dalle 8 competenze chiave EU alle life skills dell’OMS, proprio perché sono in grado di migliorare le competenze cognitive e, più in generale, un ampio spettro di “life outcomes”, dal successo educativo al mercato del lavoro, alla salute e alla convivenza civile. Tali competenze sono primariamente legate alla dimensione emotiva e alle abilità psicosociali essendo riconducibili a capacità comportamentali, tratti della personalità come la stabilità emotiva e l’apertura all’esperienza, caratteristiche psicologiche come l’ottimismo e la resilienza, sistemi motivazionali, forme di autoregolazione, strategie metacognitive.
Se tali “linee guida per lo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali di cui al comma 1, che definiscono indicazioni metodologico didattiche” prefigureranno un percorso trasversale a tutte le discipline, andrà posta particolare attenzione alla loro valutazione.
Riguardo all’Art. 2 che ipotizza la mappatura delle esperienze e dei progetti già esistenti negli istituti scolastici, inerenti alla lotta contro la dispersione scolastica e la povertà educativa, andrebbe meglio specificata in relazione a queste speciali competenze. Nell’ultimo Convegno nazionale organizzato dall’ANDIS sui temi dell’abbandono scolastico e delle povertà educative conclusosi agl’inizi di marzo 2024, tra le tante esperienze e progettualità è emersa con forza la necessità di valorizzare nella persona dello studente tutte quelle competenze che, a seconda del contesto e dell’età, gli permettano di trovare strumenti di comunicazione efficace e di gestione dei conflitti e dello stress, di sviluppare ascolto attivo, capacità interpersonali, autostima e ottimismo, fondamentali per diventare un cittadino attivo e responsabile.
L’Art. 3 ci vede fortemente critici non certo per l’attivazione del Piano straordinario di azioni formative, che l’ANDIS ritiene fondamentali per rendere l’intervento in materia più strutturale ed efficace rispetto a progetti di durata limitata nel tempo, andando ad agire sulla didattica ordinaria e per permettere uno sviluppo delle competenze trasversali che, se non sono esperite e vissute oltre ad essere conosciute dai docenti, difficilmente potranno essere insegnate. Le criticità si riferiscono alle affermazioni presenti nell’Art. 6 sulla clausola di invarianza finanziaria ed all’attuale situazione delle scuole: tra PNSD e PNRR è sempre più difficile trovare docenti che siano disposti a seguire percorsi formativi. Se la formazione continua ad essere definita come diritto- dovere e non diventa obbligatoria non si esce da questo vicolo cieco. Nemmeno il nuovo contratto aiuta, in quanto la inserisce nelle ore funzionali all’insegnamento (40+40) prevedendo, laddove vi fosse uno sforamento, la retribuzione a carico del Fondo d’Istituto, sottraendo risorse ad altre azioni a favore degli alunni e degli studenti. Sarebbe altresì auspicabile un riferimento anche al segmento della formazione in ingresso dei nuovi docenti, così che siano da subito preparati ad intervenire anche su queste tematiche.
Ben venga l’organizzazione dell’INDIRE, delle istituzioni scolastiche autonome, delle Università e degli enti accreditati, che dovranno confrontarsi sui molti temi aperti relativi alle competenze trasversali: dalla loro definizione condivisa alla loro dimensione evolutiva, agli interventi per il loro apprendimento e sviluppo, così da indirizzare in modo proficuo la formazione dei docenti, non dimenticando di svilupparla intorno al valore formativo delle discipline, inserendo espliciti riferimenti a questo aspetto nelle Linee guida collegate al dispositivo di legge.
L’Art. 4 definisce le finalità della doverosa sperimentazione triennale che, però andrà monitorata annualmente e, allo scadere del triennio, gli esiti dovranno essere resi pubblici. Non vorremmo capitasse come per l’ed. civica di cui si attende ormai da più di un anno l’emanazione della revisione delle Linee guida, insieme alla pubblicazione degli esiti della loro applicazione nelle scuole a seguito del monitoraggio svoltosi nell’estate 2022 e a cui ha aderito un’alta percentuale di istituti scolastici.
L’Art. 5 ci trova d’accordo nell’estendere la sperimentazione e il monitoraggio ai CPIA ed ai percorsi di formazione professionale.
Riguardo all’Art. 6, l’ANDIS ribadisce che non si può continuare a compiere riforme senza oneri, sull’Istruzione e sulla Formazione occorre investire.

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